In bici attraverso lo scenario della Grande Guerra: giorno 2

zicht frontzate

Attacco a sorpresa 

Appena saliti in sella alle nostre due ruote, ecco presentarsi all’improvviso il primo incidente della giornata. Da una curva a gomito a destra, su una stretta strada di campagna, un gruppo di ciclisti si avvicina a passo di carica. Come un generale esperto, il leader più anziano richiama all'ordine le truppe in fuga con un grido agghiacciante. Il battaglione dai colori sgargianti ci pullula intorno, riuscendo comunque a schivarci. Ne usciamo un po' sconvolti e sotto shock: siamo forse sopravvissuti a una guerra lampo? 

Nel bellissimo e sereno cimitero tedesco di Langemark-Poelkapelle, ritroviamo la calma. Riflettiamo sul fatto che anche molti soldati tedeschi, soprattutto giovani, hanno perso la vita qui. 

Continuiamo a pedalare tranquillamente fino all’incidente successivo. Con la IJzertoren in vista, Katrien si ritrova con la "ruota a terra", segnalata non da un botto violento come ci si aspetterebbe in una zona di guerra, ma da un leggero sibilo. 

Saliamo sulla IJzertoren e cerchiamo di rattoppare il pneumatico. A prima vista, noi (leggi Katrien) sembriamo riuscire nel nostro intento, ma dopo pochi chilometri costeggiando l'IJzer, la storia finisce davvero con un sibilo: 

Katrien non può più continuare, caduta sul campo di battaglia. Carry legge la delusione negli occhi di Barry e lo esorta a proseguire. Lei andrà alla stazione e concordiamo di rivederci a Ostenda.

A great soldier
ijzertoren

Quanta forza esprime l’immagine del ciclista solitario, chino sul manubrio per farsi strada con il vento contrario?

Decido di dare l'addio al mio fedelissimo luogotenente nella maniera più rapida possibile e di proseguire subito da solo nell'ultima parte del tour. Prima supero la fossa della morte sull’IJzer, l'ultima parte conservata del fronte belga, e poi mi immergo nei polder delle Fiandre occidentali. A dispetto del vento contrario, si pedala meravigliosamente. Attraverso la Frontzate - l'ex linea ferroviaria dove si fermò l'avanzata tedesca nel 1914, oggi trasformata in pista ciclabile - pedalo lungo un asse verde in direzione Nieuwpoort.  Lungo il percorso incontro numerosi reperti bellici perfetti per una sosta fotografica. L’asse verde mi porta a Nieuwpoort, punto di partenza o di arrivo ufficiale - a seconda della direzione di marcia scelta - dell’itinerario ‘14-‘18. 

Poiché vogliamo prendere il treno di ritorno a Ostenda, continuo a pedalare per un po’ lungo l’itinerario Costiero. Pedalare qui è facile: un lungo tratto pianeggiante e dritto che costeggia la costa belga. Può essere anche molto affollato, quindi è meglio farsi notare in tempo dai tanti altri "utenti della diga".  Riusciamo a passare tutti interi. 😊 A Ostenda, vedo Katrien che mi aspetta in lontananza. Ha qualcosa di un film romantico, il soldato che si tuffa tra le braccia dell’amata. 

Per noi è una riunione felice. Ci riteniamo fortunati a poterci stringere di nuovo tra le braccia. Per le molte persone coraggiose che hanno combattuto per un futuro sicuro, purtroppo non è stato così. Nella Prima Guerra Mondiale persero la vita quasi 10 milioni di soldati.